La Memoria ed il Piacere dell'Arte del "Pizzo al Tombolo" 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’arte del merletto in Italia
 

La storia del merletto artistico inizia solo a partire dal XV Secolo, quando a Venezia si afferma il “punto in aria” (punto generale di tutti i merletti eseguiti con solo filo senza appoggiarsi su un cuscino o altro; nel senso particolare i punti in aria furono detti le trine della Laguna e realmente sono tutte varianti del punto smerlo, secondo le variazioni la trina prende il nome proprio o particolare di Pizzo in Aere* o Pizzo Burano Venezia). 

Le manifatture si diffondono a Genova e a Milano dove a differenza di Venezia che produce per lo più merletti ad ago, si confezionano trine a fuselli. 

Fino verso la fine del XVI Secolo e gli inizi del XVII Secolo il merletto ad ago e quello a tombolo si svilupparono parallelamente, cosicché molti motivi del più antico merletto ad ago vengono successivamente riprodotti in quello a tombolo. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La tradizione del pizzo al Tombolo affonda le radici nella storia del Tigullio 
                   La leggenda della “BELLA NINAdi M.L. Tessera
 

L’arte del pizzo ha radici profonde nella storia di Rapallo tanto da sconfinare nella leggenda.  

Già nel millecinquecento, ai tempi delle incursione barbaresche, sui nostri lidi le donne di Rapallo, dalle più piccine alle più anziane, lavoravano al tombolo. 

Si narra che durante una scorreria dei pirati, comandati dal temuto Torghud, noto tra i rivieraschi come Dragut, uno dei suoi uomini che era rimasto indietro, entrò in una casa di pescatori vicino alla spiaggia, trovò reti abbandonate e attrezzi da pesca e, in un tugurio più nascosto, camuffato dalle reti spezzate, vide due donne. 

Una era molto anziana e distesa immobile su un pagliericcio; l’altra, giovanissima e molto bella, era accoccolata sul pavimento sconnesso, davanti aveva un cuscino e muoveva abilmente le mani su un intreccio di fili arrotolati su strani pezzetti di legno. 

Rimase stupito che non fossero fuggite come tutta la popolazione normalmente faceva all’arrivo delle feluche dei pirati e chiese i loro nomi e il motivo per cui non avevano seguito le altre donne nella fuga. La giovane spiegò che la nonna era paralizzata, non parlava più e non voleva lasciarla sola ad affrontare i pirati, e il nome di entrambe era Nina, perché era un nome che era usanza tramandare da madre in figlia. 
 
 
 
 
 
 
 
 

La tradizione del pizzo al Tombolo affonda le radici nella storia del Tigullio 
La leggenda della “BELLA NINA
 

Poi chiese cosa fosse quello strano intreccio di fili a lische di pesce, perché era una cosa troppo bella per essere una rete da pesca. Nina rispose che era un pizzo fatto con i fuselli, che lo facevano tutte le donne di Rapallo e serviva ad abbellire i poveri abiti delle donne dei pescatori. 

Il pirata chiese il nome di tale lavoro, ma Nina rispose che era senza nome, era un’usanza locale e basta. 

Il pirata, colpito dalla bellezza della fanciulla e della lavorazione del pizzo, anche se non capiva niente di lavori femminili, le disse che da quel momento si sarebbe chiamato” Bella Nina”. 

Non voleva fare del male alle due donne e se ne andò per fare razzie in altre abitazioni più ricche di quelle di Nina e della nonna.  

Il nome restò nei secoli e questo pizzo è sempre stato il primo lavoro che le mamme insegnavano alle bambine, ed anche ai maschietti, appena riuscivano a tenere in mano i fuselli. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Rapallo: L’arte del "Merletto a Tombolo
 

L’arte del merletto ha radici molto profonde nella storia di Rapallo e del Tigullio. E’ difficile stabilire quando questa forma di artigianato femminile sia iniziata e si sia diffusa al punto da entrare a far parte della tradizione e della cultura locale. Già nel XIII secolo era presente nel nostro borgo; ci sono frammenti che ci confermano la presenza di un’attività a carattere familiare, forte e pienamente inserita nel contesto sociale ed economico rapallese. 

Nell’inventario steso a Genova nella bottega di Battista Barabino (8 marzo 1600) apprendiamo che la nostra località aveva dato il nome al filo crudo o bianco usato per la confezione dei merletti e chiamato “Il filo di Rapallo”. 
Durante questi anni le trine, lavorate nelle modestissime abitazioni, nei caruggi, sulle colline, passavano alle botteghe attivissime della Superba per prendere l’avvio verso le case patrizie, i palazzi e le corti di tutta Europa. 

Dopo la rivoluzione francese si apre un lungo periodo di difficoltà per la lavorazione del merletto, le vicende politiche, le guerre, i negativi riflessi economici e, da non sottovalutare, la profonda trasformazione dell’abbigliamento, settore nel quale si introducono le macchine. 

Nella seconda metà dell’800 il merletto dà finalmente segni di ripresa ed ha inizio una fase che, per Rapallo, S. Margherita Ligure e Portofino, sarà quella di massima floridezza e splendore. 

Nella sola Rapallo il censimento del 1871 registrò 3.098 lavoranti al tombolo. Nel 1900 apriva i battenti, in Corso Colombo (oggi Via dell’Americhe), il laboratorio Zennaro, destinato a svolgere un ruolo importante per la valorizzazione dei nostri merletti. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La lavorazione del "Merletto
 

Nella lavorazione del merletto si preferisce sottolineare alcune differenze tra rapallino e canturino. 

Rapallino 
Si lavora a filo continuo arrivando ad adoperare anche centinaia di fuselli senza 1’ uso dell’uncinetto. 
Si crea, infatti, un merletto unico e particolare, contraddistinto dal famoso “Punto Rapallo” che richiede un gran numero di fuselli e caratterizzato da rilievi tondeggianti. 
Il motivo ricorrente è la fogliolina in rilievo su un panetto a mezzo punto (gatta). 

Bella Nina 
E’ costituita da un retino di fondo con panetto laterale. 
E’ nata come pizzo basso che rifiniva la biancheria di casa ed era il primo pizzo che 
Veniva “messo su” ai bambini quando insegnavano loro i primi rudimenti del pizzo. 

Canturino 
La lavorazione è costituita da una vietta eseguita con pochi fuselli e unita da sbarrette chiuse con l’uncinetto. Non è a filo continuo come il rapallino, perché si può chiudere e riaprire la lavorazione quante volte lo richiede il disegno. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

PUNTI FONDAMENTALI - con denominazione locale rapallina
 

Punto tela: intreccio di base del pizzo a fuselli; lavoro regolare di fili verticali e orizzontali simile ad un tessuto (trama e ordito) 

Mezzopunto: caratterizzato dalla maggiore trasparenza e per l’andamento diagonale dei fili che intersecano la trama 

Questi punti sono presenti in gran parte dei merletti a fuselli. 

Armelletta: elemento ovale (fogliolina o seme) a punto stuoia che si pone in risalto con altri elementi lineari costituiti da catenelle e punto; tipica della tradizione del merletto ligure a partire dai famosi rosoni genovesi del 1600. 

Ragno: incrocio in diagonale di una serie di fili. 

Groppino — “u schittu”: rilievo che si sovrappone alla superficie del pizzo. 

Punto sacramento: così chiamato per il caratteristico motivo centrale a forma d’ostensorio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La "tradizione" 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Le "nuove leve" 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Come è nata la "nostra Associazione"
 

“L’Associazione Culturale Bella Nina pizzo al tombolo di Rapallo” nasce nel 2004 per volontà di un gruppo di persone interessate a portare avanti la nostra tradizione ultra secolare del pizzo al tombolo e a farlo conoscere a vecchie e nuove generazioni. 

La nostra Associazione, centro di aggregazione tecnica e culturale, si è costituita allo scopo di organizzare corsi di insegnamento cercando di conquistare le persone più giovani, recuperando materiale antico (cartine - trespoli - vecchie foto) e ricercando documenti storici e testimonianze orali riguardanti questa tradizione molto importante per la storia di Rapallo. 

Abbiamo partecipato anche ad alcuni concorsi (San Sepolcro - Bolsena) ottenendo dei buoni risultati. 

Siamo state invitate a diverse manifestazioni sul nostro territorio dando dimostrazioni tecniche e pratiche, facendo il classico laboratorio in piazza dove le persone di tutte le età, compresi i bambini, potevano provare ad imparare i primi punti base del pizzo al tombolo. 

Fa piacere sottolineare che le nostre associate spaziano da un’età di 7 anni in su, tutte sempre contente ed entusiaste di riscoprire le nostre antiche radici. 

                                                                             A cura dell’Associazione culturale Bella Nina pizzo al tombolo di Rapallo.