"La formazione del Canone Neo-Testamentario" 
di Alcide Molinari 
 
 
 

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Cosa è in realtà il "Canone" - i "libri ispirati"

 

Gesù muore probabilmente nel 30 dc (7 Aprile ?). Il primo documento storico/archeologico che cita come “Canone” esattamente i 27 Scritti del nostro Nuovo Testamento è del 367 dc. 

Il primo Concilio che definisce Dogmaticamente Nuovo Testamento i detti 27 scritti (nulla di più, nulla di meno) è il Concilio di Trento del XVI secolo. Perché questo, perché tanti anni, come è veramente andata la cosa storicamente?. 

“Canone” dal semitico e dal greco significa: canna per misurare, regolo, metro, norma, regola. La latina “Regula Fidei”. 

La Rivelazione, per la Chiesa, è Gesù. La rivelazione si chiude con la morte dell’ultimo Apostolo e con la di loro interpretazione della Legge, Profeti e Scritti (Antico Testamento o meglio Primo Testamento). 

La Scrittura non è la rivelazione ma è la parola scritta ispirata, l’ermeneutica della rivelazione. Nella scrittura si può “vedere” la rivelazione, ma la scrittura non è la rivelazione. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Formazione del "Canone" nell'arco del tempo
 

Cominciamo dalla fine del processo di formazione del N.T.. Nel 367 Attanasio, Vescovo di Alessandria, nella sua annuale “lettera feriale” stabilisce le date (per quell’anno) della Pasqua e delle altre Feste Liturgiche. Aggiunge qui, citandoli uno per uno, i nostri 27 scritti dicendo che sono questi i testi canonici ed aggiunge: nessuno aggiunga nulla, nessuno tolga nulla. 

Fine IV secolo, Agostino fissa nei sinodi di Ippona e Cartagine gli stessi 27 scritti ed aggiunge: questo è il canone però bisognerà parlare con la Chiesa d’oltremare (Roma)! 

Di fatto il canone è stabile dalla fine del II secolo (Ireneo di Lione e Canone Muratoriano). Stabile sì, quasi nella totalità, ma non nella totalità. 

Apocalisse di Giovanni e Lettera agli Ebrei (di Paolo?) sono sorgente di continue discussioni a volte interminabili. L’Apocalisse è scritta da un Giovanni che però non dice di essere quel Giovanni (il discepolo che Gesù amava). La Lettera agli Ebrei, anche nell’antichità si è sempre saputo che di Paolo non è. In discussione ancora al tempo di Eusebio di Cesarea (325 dc) anche la 2° e la 3° di Giovanni, la 2° di Pietro (che di Pietro non è) la Lettera di Giuda e quella di Giacomo. Sin da metà II secolo sono stabili: il Vangelo (al singolare) secondo Marco, Matteo, Luca e Giovanni; gli Atti degli Apostoli (di Luca); 13 Lettere di Paolo; le Lettere 1° Pietro e 1° Giovanni. Preminenza ha su tutto e su tutti il Vangelo (secondo Marco, Matteo, Luca e Giovanni). 

È nel II secolo che gli scritti (secondo i 4) prendono il nome di Evangelo, termine usato “ad hoc”, che dal greco significa Buona Notizia. Una notizia che porta un messaggio “buono e importante” per l’umanità. I 4 scritti sono tutti anonimi ed attribuiti ai quattro evangelisti dalla Tradizione. Attenzione, la tradizione non è da meno della scrittura se essa è riconosciuta come Apostolica. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Datazione dei testi del "Canone"
 

Proseguiamo ora dall’inizio. Quando sono stati scritti, o meglio redatti, gli scritti dell’N.T.? 

Partiamo dal 30, anno della morte di Gesù. 

La prima tradizione che si fissa riguarda la passione e la morte di Gesù, questo forse fin dagli anni ’30. Tradizione a noi non giunta se non come inglobata nel (i) Vangeli. 

Seguono poi, forse, dei Detti di Gesù (Loghia), forse, attorno al 50 a noi non giunti se non come inglobati nei Sinottici (Marco, Matteo, Luca). Sinottici, dal greco, significa visibili insieme se scritti su tre colonne distinte. 

Degli scritti che noi abbiamo, i più antichi sono le prime grandi Lettere di Paolo a partire dal 50 dc … in avanti … Tessalonicesi, Corinti, Romani … (vedi seguito); segue poi il Vangelo secondo Marco 65 dc. Seguono a distanza il Vangelo secondo Matteo 80 dc; il Vangelo secondo Luca 80 dc; gli Atti degli Apostoli (Luca) 80 dc; il Vangelo secondo Giovanni 95 dc; l’Apocalisse (di Giovanni) 100 dc. 

Tutte le date sono qui “circa”, ho usato la mnemonica regola del 15 cioè 50 Paolo + 15 = 65 Marco + 15 = 80 Matteo, Luca + 15 = 95 Giovanni. 

Paolo muore a Roma nel 67 dc, delle sue 13 lettere 7 sono sicuramente sue 7+3 = 10 probabilmente sue, le ultime tre 1° e 2° Timoteo e Tito (lettere pastorali) molto probabilmente non sue (del suo ambiente?). L’ultimo scritto dell’N.T. è probabilmente la 2° Pietro (130 dc) sicuramente non di Pietro. Tutti gli scritti fondamentali sono del I secolo e quindi della 1° generazione (apostolica) e della 2° generazione (prima post-Apostolica). I criteri usati dalla Chiesa per discernere la canonicità di uno scritto sono sempre stati: Antico, Apostolico, Universale (Cattolico), congruente con la Tradizione Apostolica. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Livelli" nei testi - definizione di "Grande Chiesa"
 

Da Gesù al testo e dal testo (evangelico) a Gesù. 

Esistono tre livelli ovvero tre tempi: 

    a) il livello dei fatti accaduti 
    b) la predicazione Apostolica 
    c) il processo redazionale del testo.
Sono tre livelli distinti ma non separabili. Come tre lenti in un telescopio. Noi non possiamo accedere direttamente ai fatti. Possiamo accedervi soltanto attraverso la redazione e la tradizione apostolica. In una parola attraverso la “Paradosis Apostolica”. Per questo la Tradizione Apostolica non è da meno della scrittura. 

La scrittura si forma assieme alla Chiesa nei tre momenti cristiani inscindibili: comunità fraterna, frazione del pane, predicazione apostolica. 

Cosa si intende qui per Chiesa o meglio per Grande Chiesa onde non confondere con le molteplici interpretazioni alternative del II secolo (apocrifi ed eresie)?. Prima di tutto grande non vuol dire più numerosa e/o più potente. Grande è sinonimo di proto-ortodosso ovvero precursore della retta (orto) opinione (doxa). È quel filo che lega Gesù, gli Apostoli, le chiese fondate dagli apostoli, i primi padri e su su …, i secondi padri e su su … nei secoli fino al IV che è il secolo di Costantino, Ambrogio, Dàmaso, Teodosio … Agostino. Nel IV secolo la Chiesa è Una. Ed è con Attanasio ed Agostino che le ultime discussioni sul canone cessano e vengono accettate Ap, Eb, 2° 3° Gv, Gd, Gc, 2° Pt. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Canone" ed evoluzione della Grande Chiesa
 

Leggiamo il Proemio del Vangelo secondo Luca: “il lettore è invitato a leggerlo veramente”. Qui si possono notare due considerazioni rilevanti: 

    a) al tempo esistevano già molti scritti (80 dc) 
    b) Luca mirabilmente descrive i criteri usati per discernere l’antichità, l’apostolicità, l’affidabilità delle tradizioni.
Nonostante questo la grande chiesa non ravvisa né nel I secolo né nella prima metà del II secolo la necessità di definire un canone delle scritture. Tutti i testi convivono mentre la Chiesa cresce nei tre momenti cristiani inscindibili già detti. 

Con la Chiesa cresce anche la sua organizzazione interna: diaconi, presbiteri, vescovi (epì-scopoi=sorveglianti). Già Ignazio Vescovo di Antiochia, nel 110 dc circa, prima del martirio scrive: “Obbedite al Vescovo!”. 

Di qui forse le Lettere Pastorali 1° 2° Timoteo, Tito attribuite a Paolo? 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ragioni della definizione del "Canone"
 

L’evento che spinge la grande chiesa alla definizione di un canone è la persona e la personalità di Marcione fondatore di una propria chiesa scismatica con un proprio canone fissato da Marcione stesso. Marcione, ricco imprenditore ed armatore, nasce e cresce a Sinope nel Ponto sul Mar Nero. Lascia o viene allontanato dalla chiesa di Sinope e nel 140 circa è a Roma dove elargisce 200.000 sesterzi alla chiesa di quella città (cifra enorme). In realtà Marcione fonda una propria chiesa che alla base ha i seguenti contenuti: 
 

a) Esistono due Dei, il Dio degli ebrei giusto, collerico, vendicativo (negativo) ed il Dio di Gesù buono, amorevole, misericordioso, salvifico (positivo) che ha mandato Gesù (solo Dio e niente uomo) per la nostra salvezza. 
b).. Tutto il Primo Testamento del Dio degli ebrei è da scartare ed è negativo
b) Tutto il Primo Testamento del Dio degli ebrei è da scartare ed è negativo 
c).. Chi ha capito meglio il Dio di Gesù è Paolo. Anzi Gesù appare a Paolo perché i suoi discepoli galilaici non avevano capito nulla.
c) Chi ha capito meglio il Dio di Gesù è Paolo. Anzi Gesù appare a Paolo perché i suoi discepoli galilaici non avevano capito nulla.
d) Gli scritti canonici di Marcione sono: 10 Lettere di Paolo (tutte meno Eb e le tre pastorali) ed il Vangelo solo di Luca decurtato di tutti i riferimenti al primo testamento. Luca, compagno di Paolo tagliato con le forbici da Marcione stesso. Un canone di solo 11 Libri. Rilevante notare l’assenza delle tre pastorali dal canone di Marcione. Non le conosceva perché più tarde? Le conosceva e sapeva che di Paolo non erano?
 
La Grande Chiesa reagisce immediatamente a Marcione, gli restituisce il denaro e lo allontana da Roma. Marcione e la sua chiesa sopravvivranno per qualche tempo solo nella parte orientale dell’impero. La Grande Chiesa recepisce però la necessità di fissare un Canone per “mettere in sicurezza” gli scritti di Tradizione Apostolica. Comprende altresì che al canone non può essere aggiunto nulla né nulla può essere cancellato. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ragioni della definizione del "Canone"
 

Il processo dell’N.T. inizia quindi a metà del II secolo per finire nella sostanza alla fine del II secolo (190-200 dc) con l’opera di Ireneo di Lione (in sospeso Ap, Eb, 2° 3° Gv, Gd, Gc, 2° Pt). 

Il canone Muratoriano testimonia archeologicamente questo fatto. 

Ludovico Antonio Muratori (dotto del XVIII secolo) scova nella Biblioteca Ambrosiana un documento e lo pubblica. Il documento non è del II secolo ma è una trascrizione di un documento più antico databile alla fine del II secolo. Questo è il Canone Muratoriano. 

La descrizione degli scritti del canone così come definito alla fine del II secolo. Troviamo in esso la “Regula Fidei” di Ireneo di Lione ovvero, di fatto il canone fondamentale con i soliti scritti (Ap, Eb, ……) non fissati rigorosamente. 

Dopo Attanasio ed Agostino (IV – V secolo) la Grande Chiesa è Una e non sente o meglio non ravvisa la necessità di fissare dogmaticamente il canone. 

Passano i secoli e si arriva a Lutero. 

La dottrina della Giustificazione mediante la sola fede in Cristo che nessuno più di Paolo, Marcione e Lutero hanno sposato torna a farsi viva e con essa torna l’attacco alla Tradizione Apostolica interpretata dalla Chiesa Romana e torna l’attacco al corpus canonico. La teoria di Lutero basata sulla Sola Scrittura (senza l’interpretazione della Chiesa) ed il suo rivedere il Primo Testamento forza la Chiesa Cattolica a fissare Dogmaticamente il Canone (Concilio di Trento). 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Conclusioni
 
 

Così finisce la lunga storia della Formazione del Canone Neotestamentario e del Primo Testamento. 

Poco è stato detto qui sulla formazione del Primo Testamento cristiano e sulla formazione del Canone del Giudaismo Rabbinico, ma questi ultimi esulano dal tema e richiederebbero una trattazione completa a sé stante tutt’altro che banale. 

     
    Alcide Molinari – Biblioteca di Leivi - Martedì 10 Marzo 2009 
     
     
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bibliografia
 
 
 
1) Il Cristianesimo Antico, Giorgio Jossa, Editore Carocci.
2) Alle Origini del Cristianesimo (Didaché, Lettera a Diogneto, Tradizione Apostolica), a cura di Andrea Tomasetto, Editore Marco Valerio.
3) Cristianesimi Perduti, Bart D. Ehrman, Editore Carocci.
4) Gesù non l’ha Mai Detto, Bart D. Ehrman, Editore Mondatori.