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Sabato 6 luglio 2013 – LA TORRE è stata in visita alla mostra di Palazzo Ducale a Genova sui Cartelami.
In altre regioni dell'Europa mediterranea, sono apparati per lo più di gusto popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la Settimana Santa e l'adorazione eucaristica delle Quarantore.
Tra il XVII e il XIX secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al cartone, il legno, la tela e la latta.
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Nei cosiddetti Sepolcri della Settimana Santa, l'allestimento è risolto talvolta in chiave prospettica, con una successione di tendoni o di schermi dipinti.
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In Liguria sono molto frequenti le libere composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma sono stati anche riscoperti veri e propri "teatri sacri" composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa.
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Emblematico il caso dell'apparato di Ligo, nelle vicinanze di Albenga.
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Apparato clamoroso quello del "Sepolcro Istoriato" di Laigueglia, davvero colossale - raggiunge i 15 metri d'altezza - è completamente smontabile.Il Sepolcro di Laigueglia è un colossale set teatrale, con tanto di fondali, quinte, figure, boccascena. La sua storia è tramandata da oltre un secolo, generazione dopo generazione
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Particolare del "Sepolcro Istoriato" di Laigueglia: straordinariamente questa composizione riprende tinte che ricordano il "Veronese" ... i colori sono saturi, la luce totalmente altra rispetto ad una sensibilità "caravaggesca" ...
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In Corsica la scena è allestita in modo da entrarci "dentro"
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Un "teatro" del tutto diverso è quello in funzione dell'adorazione eucaristica delle Quarantore. In genere viene concepito come un'espansione illusiva dell'altare, che conduce per livelli graduali alla ribalta celeste nella quale era collocato l'ostensorio. A differenza dei Sepolcri, tenuti in penombra o percorsi da luci tenui, questi allestimenti sono giocati "in chiaro", con grande abbondanza di lumi.
A Ceriana, nell'Imperiese, ancora si narra di quando il terremoto del 1887, con epicentro a Bussana, fece crollare la volta della chiesa. Per miracolo, il grande cartelame delle Quarantore restò intatto sull'altare, come se nulla fosse accaduto.
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una scenografia ispirata al "barocco" ... è Liguria, è Genova ...
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La visita a genova è proseguita alle spalle di Palazzo del Principe, a Fassolo, dove il gruppo, dopo una scarpinata sotto il sole di mezzogiorno, ha raggiunto una grotta ottocentesca ancora di proprietà della famiglia Doria Pamphili, ma purtroppo brutalmente inglobata in palazzo degli anni 50, che ha mantenuto però il suo fascino e la sua preziosità.
La moda cinquecentesca della grotta artificiale, “meraviglia” inserita tra le delizie del giardino aristocratico per allietare l’otium del proprietario e dei suoi ospiti, ha in Genova una delle capitali, cui erano pari per importanza solo Roma e Fontainebleau. La fortuna genovese di questo elemento ha inizio proprio con la grotta Doria, “architettata” dal perugino Galeazzo Alessi alla metà del Cinquecento. La grotta entrò a far parte dei giardini nord di Villa del Principe nel 1603.
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E naturalmente nessuno ha potuto esimersi dalla foto di gruppo !
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